Categorie
Filosofia

L’Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud (1900)

La teoria del sogno e dell’inconscio e la nascita della psicoanalisi

[…] Chi non riesce a spiegare la formazione delle immagini oniriche si sforzerà invano di comprendere le fobie, le idee ossessive e deliranti, e quindi di operare su di esse con la terapia.[1]

¿Qué es la vida? Un frenesí.
¿Qué es la vida? Una ilusión,
una sombra, una ficción,
y el mayor bien es pequeño;
que toda la vida es sueño,
y los sueños, sueños son.[2]

Introduzione

Vienna, 1900. Siamo nella Berggasse 19 dove Sigmund Freud abitò dal 1891 al 1938 ricevendo anche i suoi pazienti in uno studio direttamente sottostante alla sua abitazione. Era arrivato dalla Moravia ancora bambino e a Vienna passò quasi 80 anni della sua esistenza. Nella “sua” città pubblicò gli scritti sulla psicoanalisi che rivoluzioneranno non soltanto l’approccio alle malattie psichiatriche ma anche la nostra visione del mondo e la comprensione di noi stessi. Quando uscì, l’Interpretazione dei sogni fu sommersa dalle critiche perché fino ad allora ai sogni veniva negata qualsiasi validità psichica. Decenni dopo la scienza ha invece confermato che il sogno è un meccanismo del nostro cervello come aveva già sostenuto Freud, senza però poterlo provare tramite scansioni cerebrali.

Freud con i suoi cani nel 1936
Sigmund Freud con i suoi cani nel 1936

Sigmund Freud nacque nel 1856 e fu un medico – specializzato neurologo – psicoanalista e filosofo. E’ universalmente considerato il fondatore della psicoanalisi e della psicologia del profondo che ancor ‘oggi hanno ripercussioni sulle cure psichiatriche. L’Interpretazione dei sogni che costituisce la base della psicoanalisi e della teoria dell’inconscio in verità è del 1899, ma a causa del valore simbolico dell’anno 1900 Freud fece imprimere quell’anno sulla copertina dell’opera in quanto in tutti i sensi segnava l’inizio di una nuova epoca.

Prima di Freud nessuno aveva considerato il ruolo dell’inconscio per la nostra vita. Per questo le sue teorie non furono innovative soltanto per la cura delle malattie psichiatriche ma anche da un punto di vista filosofico. Nonostante le importanti innovazioni culturali dell’epoca, la Vienna di inizio Novecento era ancora molto “tradizionalista” e “bigotta” e aveva una visione piuttosto ipocrita della morale. Le critiche all’opera di Freud non pervenivano quindi soltanto dagli ambienti accademici ma anche da molti altri contesti culturali che per paura rifiutavano l’esistenza dell’inconscio e di pulsioni non controllabili.[3]

Freud si era laureato all’università di Vienna ma per i suoi studi di neuropsichiatria trasse ispirazione soprattutto dal noto neurologo francese Jean-Martin Charcot che aveva scoperto la SLA. Egli deteneva una cattedra alla Salpêtrière di Parigi dove Freud si recò per seguire le sue lezioni. Charcot aveva dedicato molto tempo allo studio dell’isteria che curava con l’ipnosi. Anche Freud inizialmente aveva utilizzato l’ipnosi per trattare i pazienti affetti da questo disturbo e nel 1895 aveva pubblicato gli Studi sull’isteria insieme ad un collega di Vienna, Josef Breuer. Alcune teorie di Charcot sull’origine della malattia furono successivamente smentite da Freud.

lezione di Charcot alla Salpêtrière di Parigi
Una lezione di Charcot alla Salpêtrière di Parigi

Presto Freud abbandonò l’ipnosi per dedicarsi alla psicoanalisi con il metodo della libera associazione in un colloquio tra paziente e analista. Come funzionava questo metodo? Il paziente si sdraiava sul famoso lettino e iniziava a raccontare quello che gli passava per la mente. Una delle regole era che non doveva nascondere o sopprimere nulla in quanto imbarazzante, insignificante, non pertinente o assurdo. Spesso in quella maniera Freud riusciva a scoprire traumi nell’infanzia del paziente che poi portavano a malattie nevrotiche in età adulta.[4] Egli era infatti convinto che molte nevrosi venivano acquisite durante l’infanzia anche se i sintomi si manifestavano poi molto più tardi. Pur non praticando ancora la pet-therapy, Freud faceva assistere il suo cane Jofi alle sedute di psicoterapia perchè riteneva che la presenza dell’animale infondesse fiducia ai pazienti, aiutandoli ad aprirsi di fronte all’analista.

Freud si focalizzò sull’origine sessuale di molti disturbi e scoprì anche la sessualità infantile in quanto intorno ai cinque anni si manifesterebbero delle pulsioni sessuali per poi attenuarsi fino a rifiorire nella pubertà.[5] Non occorre menzionare che l’interesse per il sesso e le affermazioni che i bambini nutrono curiosità per gli organi sessuali già da piccoli suscitarono scandali a non finire nella Vienna dell’epoca. Freud era anche stato accusato di aver attribuito un ruolo eccessivo alla sessualità in un’epoca in cui essa costituiva un tabù assoluto.

Secondo Freud, la psicoanalisi può essere definita anche come “archeologia dell’anima” in quanto l’analista “scava” nell’anima del paziente proprio al pari di un archeologo. Prima o poi ritrova qualcosa che nel contesto psichiatrico sarebbe l’avvenimento all’origine del disturbo. E’ molto probabile che questo evento sfugga ai nostri ricordi ma sia ancora presente nell’inconscio dal quale deve emergere. Scoperto questo trauma o avvenimento che spesso risale appunto all’infanzia si può curare il disturbo del paziente.

Prima di passare all’opera senz’altro più famosa di Freud vorrei introdurre alcuni concetti chiave che egli utilizza nella sua classificazione dell’apparato psichico. Si tratta di un modello sul funzionamento della psiche che lo stesso Freud rielaborò diverse volte: siamo di fronte a concetti propedeutici per la comprensione della psicoanalisi.

Il funzionamento della psiche: Es – Ich (Io) – Über-Ich (Super-io)

Nell’apparato psichico Freud distingue l’Es dal Ich (Io) e dal Über-Ich (Super-io). L’Es non è traducibile in italiano in quanto si riferisce ad un pronome neutro in tedesco, talvolta si usa id (esso) ma noi manteniamo il pronome neutro tedesco “Es”.

Il divano di Freud (Londra)
Il divano di Freud che portò con sè in Inghilterra e che ora si trova nel museo Freud di Londra

Quando siamo molto piccoli viviamo secondo i nostri impulsi (se abbiamo fame strilliamo, etc.). Le pulsioni e i desideri “egoistici”, la cosiddetta “voce della natura” costituiscono l’Es. L’input sono le pulsioni e l’Es rappresenta la passione arcaica. Crescendo man mano impariamo ad adattarci all’ambiente in cui viviamo e a controllare le nostre pulsioni e i nostri desideri. Qui entra in gioco l’Io che svolge una funzione regolatrice e fa da mediatore tra l’Es e il Super-io, quindi tra le pulsioni e le restrizioni che ci impone l’ambiente. Per dirla in parole semplici: non possiamo continuare a strillare per tutta la vita per vedere esauditi i nostri desideri come facevamo quando eravamo molto piccoli. L’input sono le percezioni e l’Io rappresenta la ragione.

Il nostro adattamento all’ambiente circostante può arrivare fino al punto in cui “spostiamo” i desideri che non sono concessi dagli altri (la società, la famiglia, etc.). Per questo motivo l’essere umano può trovarsi in conflitto con l’ambiente in cui vive. Spesso le pulsioni e i desideri si scontrano con le prescrizioni e le regole dell’ambiente. A causa di “quello che non si deve fare” possono nascere i cosiddetti “complessi”.

Il Super-io è invece una sorta di censura della moralità. Già da piccoli ci scontriamo con le prescrizioni “morali” dei genitori. Un bambino può essere colpevolizzato perché si interessa delle sue parti intime o anche traumatizzato quando per sbaglio assiste ad un rapporto sessuale tra i genitori. Se il sesso viene associato ad una colpa in infanzia questo può portare a conflitti a livello sessuale (e non solo) anche in età adulta.

Il Super-io controlla quindi i nostri desideri inauditi (spesso sessuali) e mette in atto le limitazioni e i divieti a livello culturale che vengono impartiti sia dai genitori che dal sistema educativo e dalla società. E’ possibile che un bambino incolpato per il suo interesse sessuale sviluppi un conflitto tra desiderio sessuale e sensi di colpa e che questo porti a disturbi come le nevrosi. “Come sedimento del lungo protrarsi dell’età infantile, durante la quale l’essere umano in formazione vive in uno stato di dipendenza dai suoi genitori, si struttura nel suo Io una speciale istanza in cui tale influsso viene perpetuato. Ad essa è stato dato il nome di Super-io”[6]

modello a iceberg dell'apparato psichico di Freud
Il modello dell’apparato psichico di Freud detto anche “Iceberg”

Cosa sono le nevrosi o neurosi di cui parla Freud? Un insieme di disturbi psicopatologici scaturiti da un conflitto inconscio. Possono comprendere quindi ansia, fobie, disturbi ossessivo-compulsivi, isteria, depressione, aggressività, disturbo del controllo degli impulsi etc. All’origine della nevrosi spesso c’è un conflitto irrisolto a livello sessuale derivante dall’infanzia. Una gran parte dell’Super-io fa parte dell’inconscio ma può essere portato a coscienza tramite la psicoterapia. Anche il complesso di Edipo è strettamente collegato al Super-io.

Per Freud la distinzione dello psichico in conscio e inconscio costituisce un presupposto fondamentale della psicoanalisi.[7] E’ proprio nell’Interpretazione dei sogni che distingue per la prima volta la coscienza dall’inconscio e dal preconscio. Attraverso l’interpretazione dei sogni possiamo arrivare appunto all’inconscio. L’inconscio è un’area grande che racchiude in sé quella più piccola della coscienza come se fosse la punta di un iceberg. La parte conscia riaffiora mentre l’inconscio rimane sotto la superficie.

Il preconscio è accessibile tramite i ricordi (déjà-vu), l’inconscio costituisce invece quella parte del apparato psichico che abbiamo dimenticato del tutto.[8] “Alcuni processi diventano facilmente coscienti, poi non lo sono più, ma possono ridiventarlo senza fatica, in quanto, come si suol dire, possono essere riprodotti o ricordati. […] Tutto l’inconscio che si comporta così e che con tanta facilità può mutare il proprio stato da inconscio a conscio preferiamo perciò definirlo “capace di diventare cosciente” o “preconscio”.[9] Freud approfondisce il fenomeno del déjà-vu nella Psicopatologia della vita quotidiana (1901).

La rimozione dei desideri imbarazzanti e lo spostamento nell’inconscio può essere faticoso in quanto la parte spostata vuole riemergere e può quindi scatenare malattie. Tuttavia, l’inconscio non coincide col rimosso: “Ogni rimosso è inconscio ma non ogni inconscio è rimosso.”[10] Nella grafica possiamo osservare che solo l’Io ha una parte cosciente mentre l’Es e il Super-io rimangono del tutto inconsci. “Si vede dunque che l’Es e il Super-io, pur differendo in molte cose fondamentali, in una cosa concordano, nel fatto di rappresentare entrambi gli influssi del passato, l’Es l’influsso di ciò che l’individuo ha ereditato, il Super-io essenzialmente di ciò che egli ha recepito da altre persone; l’Io è determinato invece principalmente da ciò che l’individuo ha sperimentato di persona, dunque da eventi accidentali e attuali.”[11] Mentre l’Es e il Super-io vengono notevolmente influenzati da altri o ereditati l’Io è più oggettivo e si basa soprattutto sulle percezioni razionali dell’individuo.

Vediamo ora di approfondire l’opera senz’altro più famosa di Freud, l’Interpretazione dei sogni. Egli sosteneva che i sogni costituiscono una finestra attraverso la quale possiamo guardare la nostra anima e rappresentano perciò una via che ci porta direttamente all’inconscio.

L’interpretazione dei sogni (1900)

L'Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud (1900)
L’Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud

Durante le sedute di psicoanalisi Freud si rese conto che spesso i pazienti riferivano i loro sogni e da lì nacque l’interesse per la loro interpretazione. L’interpretazione dei sogni è un’opera molto sistematica e costituisce la base della psicoanalisi che Freud elaborò poi anche in successive opere svelando i meccanismi di funzionamento dell’inconscio. L’interesse nei sogni peraltro è antichissimo, se ne è già occupato Aristotele.

Freud analizzò i sogni dei suoi pazienti e i suoi propri sogni. Ebbe una crisi dopo la morte di suo padre nel 1897 e si mise perciò in autoanalisi per superare alcune difficoltà.[12] In tutto Freud aveva analizzato circa 200 sogni di cui 50 suoi, si può quindi dire con una punta di ironia che fu il suo paziente più importante. Le sue scoperte nell’Interpretazione dei sogni sono quindi in qualche modo legate alla sua reazione di fronte alla morte del padre. Freud era convinto che la comprensione dei sogni e delle immagini oniriche fosse importante per poter curare le fobie, le ossessioni e i deliri.

L’interpretazione dei sogni costituisce quindi uno strumento per l’analisi psicologica delle nevrosi: “Dimostrerò nelle pagine seguenti che esiste una tecnica psicologica che consente di interpretare i sogni, e che, applicando questo metodo, ogni sogno si rivela come una formazione psichica densa di significato, che va inserita in un punto determinabile dell’attività psichica della veglia. Tenterò inoltre di chiarire i processi da cui derivano la stranezza e l’oscurità del sogno e di dedurre la natura delle forze psichiche dalla cui cooperazione o dal cui contrasto il sogno trae origine.”[13]

Un argomento molto interessante che Freud affronta nella sua opera sono i sentimenti morali nel sogno. Siamo responsabili per quello che sogniamo? Secondo questa visione l’imperatore romano che fece condannare a morte un suo suddito perché quello aveva sognato di decapitarlo non aveva poi tutti i torti, giustificandosi che chi faceva sogni del genere certamente aveva anche pensieri simili durante la veglia.[14] In Sull’Anima Aristotele scrive di un sogno di Eudemo che gravemente ammalato ebbe l’apparizione di guarire mentre il tiranno Alessandro di Fere della Tessaglia sarebbe morto. Entrambi gli avvenimenti si avverarono.

Una delle affermazioni chiave di Freud è che il sogno è l’appagamento di un desiderio. Molti storceranno il naso perché si chiederanno: allora cosa sono gli incubi, i sogni assurdi, etc.? Esiste infatti una deformazione nel sogno, che dissimula il significato diretto. Proprio per questo motivo c’è bisogno di un’interpretazione dei sogni. La deformazione può essere molto ben fatta e Freud la paragona alla censura per la quale uno scrittore è costretto a mascherare e deformare le proprie opinioni. Quanto più severa è la censura, tanto più esteso dev’essere il travestimento.[15] Secondo Freud l’interpretazione dei sogni è in grado di fornirci chiarimenti sulla struttura del nostro apparato psichico attesi finora invano dalla filosofia.[16]

Come può essere un incubo l’appagamento di un desiderio? Si spiega con la deformazione: il contenuto penoso serve solo a mascherare un altro contenuto desiderato. Spesso poi non siamo a conoscenza di quello che desideriamo realmente in quanto si tratta di desideri repressi.[17] Freud ritiene che la deformazione onirica sia un atto di censura. Il sogno è quindi l’appagamento (mascherato) di un desiderio (represso, rimosso).[18] Tra il preconscio e l’inconscio anche nello stato del sonno esiste una censura, per questo il sogno non dice chiaramente il suo significato.

Francisco Goya Il sogno della ragione genera mostri, 1797
Francisco Goya: El sueño de la razón produce monstruos, acquaforte del 1797

Freud distingue il contenuto latente del sogno da quello manifesto.[19] L’interpretazione del sogno consiste appunto nel dedurre il contenuto latente da quello manifesto. Il contenuto latente del sogno è stato mascherato o censurato tramite il lavoro onirico e lo dobbiamo perciò “decodificare”. L’interpretazione dei sogni inverte quindi il lavoro onirico di censura per ricostruire il contenuto latente del sogno. Non stupisce quindi che il contenuto manifesto è spesso incomprensibile e in apparenza insignificante.

Il sogno è molto più scarno e laconico dei suoi pensieri.[20] Nel sogno ha spesso luogo una cosiddetta Verdichtung o condensazione. Più persone della vita reale si possono fondere in una sola persona mista.[21] Oltre alla condensazione possiamo anche osservare frequenti spostamenti onirici. Alla base del sogno vi possono essere faccende infantili che non ricordiamo più coscientemente ma che possono emergere dal nostro inconscio. Per questo Freud pensa che l’interpretazione dei sogni sia come una finestra attraverso la quale possiamo dare uno sguardo alla nostra anima.[22]

Ci sono anche stimoli esterni che possono scatenare i sogni ed è normale che dimentichiamo i sogni dopo il risveglio. La causa dei sogni sono spesso avvenimenti della giornata. Nei sogni “digeriamo” ed elaboriamo gli eventi della nostra vita e il loro scopo è la depurazione dell’anima. I contenuti repressi durante la giornata si possono manifestare nei sogni. Ricordiamo più facilmente i sogni “assurdi” che sembrano anche i più significativi per un’interpretazione.[23]

Per provare a chiarire i concetti di spostamento e condensazione vorrei portare come esempio due sogni. Al primo anno di università avevo un professore che ci faceva sempre fretta durante gli esami. Girava tra i banchi in maniera molto impaziente dicendo di continuo: ”Avanti, avanti, finite, è ora di consegnare, etc.”. Non c’era nessun reale motivo per una tale frenesia. Nel sogno stavamo facendo l’esame sulla pista di atterraggio dell’aeroporto locale. Il professore che indossava la tuta di un addetto dell’aeroporto continuava a gridare e a metterci fretta perché doveva atterrare un aereo e noi eravamo distesi proprio sulla pista con i fogli protocollo davanti. Oltre al professore nel sogno ero riuscita ad individuare chiaramente anche alcuni dei miei compagni di corso. Era come se nel sogno volessi dare una giustificazione ad una fretta che nella vita reale non ne aveva alcuna.

Il secondo sogno dello stesso periodo riguarda delle scarpe scamosciate a causa delle quali in una primavera particolarmente piovosa mi bagnavo spesso i piedi. Una mia amica mi chiedeva con insistenza di procurarmi scarpe di pelle liscia o di un altro materiale “impermeabile”. Nel sogno avevo comperato delle scarpe nella cui parte anteriore si trovava una piccola fontanella a forma di campana che assomigliava alla miniatura di una fontana di un laghetto che conoscevo bene. L’immagine era molto chiara e nitida. Una mia compagna di corso mi chiedeva il motivo della fontana e io rispondevo che la fontana c’era perché le scarpe erano “impermeabili”, quindi in nessun caso mi sarei bagnata i piedi. Perché mi ricordo i due sogni a distanza di vent’anni? Una mia compagna durante gli intervalli delle lezioni si faceva raccontare i miei sogni e li segnava in un quaderno in quanto li trovava divertenti. Se vogliamo ricordarci i nostri sogni dovremmo appunto segnarli.

Cosa ci dicono invece gli stati affettivi nel sogno? Se sogno di aver paura dei briganti quest’ultimi sono immaginari ma la paura probabilmente è reale. Sognare problemi al cuore potrebbe costituire un’avvisaglia di problemi reali a quell’organo. Una domanda che viene posta sovente è: sogniamo davvero soprattutto poco prima di svegliarci? Destarsi richiede tempo e in quel tempo si verifica il sogno. Non è quindi l’ultima immagine del sogno che ci fa risvegliare, ma essa è forte e nitida soltanto perché in quel momento eravamo già sul punto di svegliarci. Freud scrive appunto che “Un sogno è un risveglio che comincia.”[24]

Targa a Grinzing dove Freud cominciò l'Interpretazione dei sogni
Una targa a Grinzing ricorda il luogo dove Freud cominciò a scrivere l’Interpretazione dei sogni.

Freud nella ricchissima vita culturale e artistica di Vienna a cavallo tra i secoli rimase sempre un po’ isolato. Non apprezzava particolarmente l’arte contemporanea, ma come scrisse Gertrude Stein in un saggio su Picasso: a Michelangelo non avrebbe fatto piacere ricevere un mobile Rinascimento ma avrebbe senz’altro gradito un fregio dell’antica Grecia.[25] Non è quindi atipico uno scarso interesse per l’arte contemporanea. Freud in seguito alla morte del padre iniziò a collezionare reperti archeologici. Aveva infatti paragonato il lavoro del archeologo a quello dell’analista che “scava” nell’anima dei pazienti. Era appassionato soprattutto del Rinascimento e ha scritto anche due saggi non particolarmente memorabili su Leonardo da Vinci e su Michelangelo. Purtroppo aveva il brutto vizio di psicoanalizzare tutti e si focalizzava soltanto sulla psicologia degli artisti.

Mentre i contatti tra Freud e gli artisti della sua epoca furono pressoché assenti, egli intrattenne qualche contatto epistolario con Arthur Schnitzler, un collega medico che ben presto si sarebbe dedicato esclusivamente alla letteratura. In una lettera del 1906 Freud esprime apprezzamento nei confronti delle opere di Schnitzler e si dichiara meravigliato sul dove Schnitzler avesse preso le conoscenze sulla psiche umana. Vice versa è contento che anche le sue stesse opere costituiscano una fonte d’ispirazione per Schnitzler.

Per molti anni i due non si sono mai incontrati e Freud ammette di aver evitato Schnitzler perché lo considerava un suo “Doppelgänger” o doppio. I due si sarebbero visti di persona soltanto nel 1926. Freud aveva letto la Traumnovelle, il Doppio sogno di Schnitzler e gli scrive in una lettera del 1922: “Il suo determinismo come anche il suo scetticismo – che la gente chiama pessimismo – la sua penetrazione delle verità dell’inconscio, della natura istintiva dell’uomo, la sua demolizione delle certezze convenzionali della civiltà, l’adesione dei suoi pensieri alla polarità di amore e morte, tutto ciò mi ha commosso come qualcosa di incredibilmente familiare.”[26]

Kokoschka: Bambini che giocano 1909
Bambini che giocano di Oskar Kokoschka, 1909

In verità l’interesse per l’inconscio e le pulsioni degli esseri umani insieme alla demolizione delle certezze convenzionali erano tipiche dell’epoca e le incontriamo anche nella pittura: basti pensare ai tantissimi nudi di Egon Schiele o ai ritratti di Oskar Kokoschka. Anche se Freud non apprezzava particolarmente l’arte contemporanea gli artisti furono senz’altro influenzati sia dalle sue opere che da quelle di Schnitzler. Soltanto Kokoschka, il Seelenaufschlitzer sosteneva che alcuni concetti chiave li avesse sviluppati indipendentemente da Freud.

L’unico contributo “sistematico” alla teoria dell’inconscio e delle pulsioni rimane in ogni caso quello di Freud. Possiamo però dire che mentre dobbiamo a Freud la spiegazione dei processi dell’inconscio gli artisti della Wiener Moderne li hanno illustrati brillantemente in modo che noi potessimo capirli. I bambini che giocano di Oskar Kokoschka sembrano un’illustrazione delle teorie di Freud sulla sessualità infantile. Molti bambini piccoli giocano per esempio al dottore e il maschio “visita” la femmina: l’infanzia aveva in qualche modo perso la sua innocenza e questo procurò non poche critiche a Freud.

Nel 1908 Freud fondò l’Associazione viennese di psicoanalisi e presto aderirono eminenti colleghi come lo psichiatra svizzero Carlo Gustav Jung (1875 – 1961) e quello austriaco Alfred Adler (1870 – 1937) che solo quattro anni più tardi avrebbe fondato l’Associazione austriaca di psicologia individuale. A distanza di più di 100 anni entrambe le associazioni sono tuttora attive a Vienna. Infatti ancora oggi molti concetti chiave della psicoanalisi applicata trovano le loro origini nelle teorie che Freud aveva elaborato nei primi anni del Novecento. Mi viene da pensare subito al transfert e al controtransfert tra paziente e analista che sono centrali anche nella psicoterapia contemporanea, ma anche al meccanismo di resistenza. Carl Gustav Jung più tardi sarebbe entrato in disaccordo con Freud e nella sua propria psicoanalisi avrebbe dato meno peso alle pulsioni sessuali. Tuttavia il lavoro di Freud costituisce una pietra miliare non soltanto per la psicoterapia ma anche per il pensiero filosofico del Novecento.

Freud a sinistra e Jung a destra nel 1909
Freud a sinistra, Jung a destra in una foto del 1909

Sigmund Freud morì nel 1939 in Inghilterra dove era giunto poco più di un anno prima, nel giugno del 1938. Da anni soffriva di un tumore alla bocca dovuto all’abuso di nicotina e cocaina (fumava troppi sigari e faceva anche uso di cocaina). Mesi dopo l’Anschluss nel marzo del 1938 si trovava ancora a Vienna, che non voleva lasciare per nessun motivo. Egli era un ebreo laico, profondamente assimilato, come tutta l’élite culturale viennese ma pur conoscendo bene la psiche umana aveva ampiamente sottovalutato il pericolo di Hitler. Come tanti ebrei assimilati pensava che bastasse allungare di tanto in tanto un po’ di soldi ai nazisti esaltati affinché lo lasciassero in pace ma purtroppo si sbagliava.

Freud non riusciva a capacitarsi che la “sua” Vienna cosmopolita, innovativa e aperta in cui aveva trascorso tutta la sua vita si sarebbe fatta devastare dalla propaganda e dalla violenza nazista. Ovviamente era anche molto legato alla città e aveva un età in cui era ormai diventato restìo ai cambiamenti. La sua reazione assomiglia un po’ a quella del padre di Elie Wiesel, autore di La notte (La nuit) che non voleva lasciare la “sua” Transilvania perché si considerava troppo vecchio per ricominciare una nuova vita e ripartire da zero in un luogo sconosciuto.

Molti ebrei (assimilati e non) erano fuggiti già nel 1933 quando Hitler prese il potere in Germania perché intuivano che il passo tra bruciare i libri e le persone è assai breve. Lo scrisse già Heinrich Heine nel suo Almansor del 1823 riferendosi però ai roghi dell’Inquisizione e in particolare al arcivescovo di Toledo che aveva ordinato il rogo di 5000 opere di teologia islamica: “Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini.”[27] Tutte le quattro sorelle anziane di Sigmund Freud furono vittime delle persecuzioni naziste e perirono atrocemente nei campi di concentramento tra il 1942 e il 1943.


[1] Sigmund Freud: L’Interpretazione dei Sogni in: Opere complete. Edizione diretta da Cesare L. Musatti, Torino: Bollati Boringhieri, 1977, p. 874.

[2] Pedro Calderón de la Barca: La vida es sueño, 1635, acto I, monólogo de Segismundo [“Che è la vita? Una follia. Che è la vita? Un’illusione, un’ombra, una finzione. E il più grande dei beni è poca cosa, perché tutta la vita è sogno, e i sogni sono sogni.”]

[3] “Per la maggior parte di coloro che hanno una formazione filosofica, l’idea di alcunché di psichico che non sia anche cosciente è talmente inconcepibile da apparire assurda e suscettibile di esser confutata in base ad argomentazioni meramente logiche.” [Sigmund Freud, L’Io e l’Es in: Opere, 4480]

[4] “Gli si dice dunque che il successo della psicoanalisi dipende dal fatto che egli osservi e comunichi tutto ciò che gli passa per la mente e non sia tentato di sopprimere un’idea perché gli sembra insignificante o non pertinente, un’altra perché gli sembra assurda […]” [Freud, Interpretazione dei sogni in: Opere, 964]

[5] Cfr. Sigmund Freud: Compendio di psicoanalisi (1938) in: Opere, 5635

[6] Freud, Compendio di Psicoanalisi, 5629

[7] Cfr Freud, L’Io e l’Es, 4480

[8] Abbiamo in tal modo tre termini: cosciente (c), preconscio (prec) e inconscio in senso non più meramente descrittivo (inc). Riteniamo che il Prec […] sia molto più vicino al C di quanto lo sia l’Inc; e poiché abbiamo detto psichico l’Inc, a maggior ragione e senza esitare diremo altrettanto a proposito del Prec latente. [Ibid, 4482]

[9] Freud, Compendio di psicoanalisi, 5640

[10] Freud, L’Io e l’Es, 4483

[11] Freud, Compendio di psicoanalisi, 5630

[12] “Questo libro ha infatti per me anche un altro significato soggettivo, che mi è riuscito chiaro solo dopo averlo portato a termine. Esso mi è apparso come un brano della mia autobiografia, come la mia reazione alla morte di mio padre, dunque all’avvenimento più importante, alla perdita più straziante nella vita di un uomo.” [Prefazione alla II edizione, Freud, Opere, 876]

[13] Freud, Interpretazione dei sogni, 881

[14] Cfr. Ibid, 935

[15] Cfr, Ibid, 995

[16] Cfr. Ibid, 995s

[17] Cfr. Ibid, 997

[18] Cfr. Ibid, 1009

[19] Cfr. Sigmund Freud: Il Sogno in: Opere complete, p. 1404

[20] Cfr. Freud, Interpretazione dei sogni, 1102

[21] „La produzione di persone collettive e persone miste è uno die principali mezzi di lavoro della condensazione onirica.“ [Ibid, 1114]

[22] Cfr. Ibid, 1053

[23] Cfr. Ibid, 1238 „In tutti i tempi, coloro che avevano qualche cosa da dire e non potevano farlo senza rischi, si sono messi volentieri il berretto da buffone“ [Ibid]

[24] Ibid, 1347

[25] Gertrude Stein: Picasso, 1938, Milano: Adelphi, p. 64

[26] Sigmund Freud: Briefe an Arthur Schnitzler, Brief vom 14.Mai 1922, Österreichische Akademie der Wissenschaften, https://shared.acdh.oeaw.ac.at/schnitzler-briefe/1955_Freud-an-Schnitzler.pdf [17/4/2024]

[27] Heinrich Heine, Almansor, 1823: „Hassan. Das war ein Vorspiel nur, dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen.“ [243-244, https://www.gutenberg.org/files/45600/45600-h/45600-h.htm]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.